Benvenuto Paolo, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.
Ciao, grazie a te per avermi
dato la possibilità di dire la mia!
Ho iniziato il mio percorso
di studi seguendo il mio amore per la letteratura e le culture straniere. Ho avuto le idee
chiare sin da subito: avrei studiato lingue e letterature, con l'intenzione di
lavorare come traduttore per una casa editrice, o comunque di muovermi sempre
nel campo dell'editoria.
Sin dalla prima media ho
studiato tre lingue (inglese, francese e spagnolo) frequentando una classe
sperimentale in cui si restava a scuola anche nel pomeriggio. Da lì ho scelto
di frequentare il licelo linguistico qui a Trapani, per non perdere l'abitudine
di saper parlare e leggere tre lingue diverse. I cinque anni del liceo mi hanno
portato a dove sono adesso: un semplice studente di Mediazione Linguistica e
Culturale all'Università degli Studi di Palermo.
Come è nato il tuo amore
per la traduzione?
Be', dal momento che ho
sempre avuto una strana fissazione per i libri e la letteratura straniera,
posso dire che il mio amore è iniziato nel momento in cui decisi di provare a
leggere i libri in lingua originale. Chiaramente, una lettura di questo tipo
richiede sempre una “traduzione”, seppur mentale. Rendendomi conto che leggere
in lingua era un'attività più o meno semplice per me, decisi di unirmi per poco
tempo ad un gruppo di traduzioni amatoriali, poi ad un gruppo di
sottotitolaggio di serie televisive o d'animazione. Infine eccomi qua, traduttore
freelancer per diversi autori stranieri.
Come è iniziato il tuo
lavoro di traduttore? Quale è stato il primo testo che hai
tradotto?
Se parliamo di lavoro vero e
proprio, ho iniziato a Luglio dello scorso anno, firmando il primo contratto su
Babelcube proprio il giorno del mio esame orale di maturità.
Tornando indietro nel tempo, per quanto riguarda la traduzione amatoriale, ho cominciato nel 2015 circa traducendo per conto mio il romanzo fantasy “Uprooted” di Naomi Novak. Assieme ad un gruppo di traduzioni amatoriali, lavorai ai primi capitoli del thrille paranormale “Jackaby” di William Ritter.
Tornando indietro nel tempo, per quanto riguarda la traduzione amatoriale, ho cominciato nel 2015 circa traducendo per conto mio il romanzo fantasy “Uprooted” di Naomi Novak. Assieme ad un gruppo di traduzioni amatoriali, lavorai ai primi capitoli del thrille paranormale “Jackaby” di William Ritter.
Hai fatto traduzioni per
Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?
No, non ho mai avuto il
piacere di lavorare per una CE vera e propria, nonostante i vari
tentativi di inviare il mio
curriculum e farmi notare. Chissà, forse un giorno avrò anch'io la mia
occasione.
Sappiamo che traduci
autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è
nata questa idea? Quali
opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?
Proprio così, ho deciso di
tradurre per conto di autori stranieri che si sono auto-pubblicati sia in
America che in Italia.
L'idea è nata leggendo diverse opinioni al riguardo su pagine e gruppi Facebook. Sentivo parlare tanto di siti come Freelancer e Babelcube, ma non ho mai prestato molta attenzione. Col tempo però, cominciai a sviluppare una certa voglia di mettermi in gioco e seguire finalmente la strada dei miei sogni. Mi sono iscritto su Babelcube e da lì è stato un attimo: ho trovato molti libri interessanti, ma quelli che ho scelto hanno catturato la mia attenzione per le recensioni positive su Goodreads e la trama accattivante. Confesso che anche una copertina affascinante ha il suo ruolo, nella scelta.
L'idea è nata leggendo diverse opinioni al riguardo su pagine e gruppi Facebook. Sentivo parlare tanto di siti come Freelancer e Babelcube, ma non ho mai prestato molta attenzione. Col tempo però, cominciai a sviluppare una certa voglia di mettermi in gioco e seguire finalmente la strada dei miei sogni. Mi sono iscritto su Babelcube e da lì è stato un attimo: ho trovato molti libri interessanti, ma quelli che ho scelto hanno catturato la mia attenzione per le recensioni positive su Goodreads e la trama accattivante. Confesso che anche una copertina affascinante ha il suo ruolo, nella scelta.
Ho tradotto “Oscure
Discendenze” di A.R. Cooper e “La Leggenda degli Occhi Blu” di Kristin
McMichael, nel frattempo sto lavorando anche a “Ossa e Corallo” di Tiffany
Daune, vincitrice del premio Watty's Award 2016.
Hai riscontrato difficoltà
nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi
stranieri o ne avevano già sentito parlare?
Devo ammetterlo, prima di
cominciare a tradurre e dopo aver finito la traduzione di
“Oscure Discendenze”, avevo
già provato a mettermi in contatto con altri autori sia per e-mail che tramite
le loro pagine Facebook. C'erano molti libri che avevano catturato il mio
interesse, su Goodreads, così avevo provato ad accaparrarmi quelli per primo.
Alcuni autori sono stati
veramente difficili da convincere: non avendo fiducia nei traduttori
freelancer e non conoscendo
l'editoria italiana, hanno preferito tirarsi indietro e non li biasimo per
questo.
Molti altri autori, invece,
non avevano mai sentito parlare di questa possibilità e, incuriositi, mi hanno
chiesto come funzionasse e cosa avrebbero dovuto fare. Ho apprezzato molto la
loro curiosità, per me era già un grande onore aver ricevuto una risposta,
positiva o negativa che fosse.
Se questo tipo di
pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non
avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione
alternativa?
Spero, in cuor mio, che
l'editoria continui ad esistere e prenda la decisione di migliorare
parecchio. Qui in Italia
molte cose non funzionano, per come la vedo io, ma non mi sembra
il caso di arrivare a
cancellare definitivamente l'editoria italiana per fare avanzare il mondo
del self-publishing
internazionale.
Quanto tempo serve per
portare a termine la traduzione di un romanzo?
Penso che la questione del
tempo sia una cosa puramente soggettiva, ma in media ci vorranno due o tre mesi
per consegnare una traduzione, se non si ha altro da fare nel frattempo.
Per esperienza personale,
posso dire che mi ci sono voluti quattro mesi per finire un romanzo, tra
diverse pause per vacanza o per studio, mentre per un altro libro ci sono
voluti soltanto due mesi di vacanze natalizie per completarlo come si deve.
Tradurre è il tuo lavoro
principale, o fai altre attività?
No, tradurre non è un lavoro
vero e proprio per me, soprattutto ora come ora. Sono uno studente e sono
disoccupato, anche se spesso ho lavorato in diversi ristoranti e cerco di
afferrare qualsiasi occasione mi si pari davanti.
Preferisci una traduzione
più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei
casi?
Preferisco un misto tra le
due, senza però lasciare che la traduzione cancelli molte frasi
(com'è già successo con molte
case editrici famose) o che ne cambi il significato per
renderlo più “adatto” ad ogni
tipo di lettore.
Esistono penali in caso di
mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai
successo di incorrervi?
Stando ai termini e
condizioni di Babelcube, il sito tramite cui lavoro, sì.
Ci sono un sacco di penali:
se l'autore decide di non assumerti più, se l'autore dovesse cancellare la
pubblicazione del libro, se il traduttore decidesse di tirarsi indietro e se il
traduttore dovesse fare
ritardo con la consegna.
Per fortuna non mi è mai
capitato di finire in queste situazioni, e spero non capiti mai né a me, né
agli altri colleghi traduttori... Sarebbe una bella batosta!
E veniamo al tasto più
dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?
Sono una persona molto flessibile,
per fortuna. Se incappo in ritardi nel pagamento, riesco a resistere e stringo
i denti, facendo forza poche volte ma sufficienti per avere quello che mi
spetta.
Non mi è mai capitato di
svolgere un lavoro gratuitamente o di incappare in una truffa, per questo mi
ritengo fortunato, ma credo che in quel caso si dovrebbe semplicemente passare
alle maniere “più forti” e agire, anche se conoscendomi non darei chissà quale
peso alla faccenda.
Hai mai vinto premi
dedicati a i traduttori?
No, e sinceramente neanche
sapevo che esistessero! Questa cosa mi sorprende, ma proverò ad informarmi...
Magari avrò il mio giorno buono, prima o poi.
Quale è l’ultimo libro che
hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?
L'ultimo libro tradotto è “La
Leggenda degli Occhi Blu” di Kristin McMichael.
È un urban fantasy per
adolescenti, quindi non ho incontrato grosse difficoltà. Spesso vengono usati
slang giovanili, ma non è un problema insuperabile. L'unica grande difficoltà è
quella di conciliare il proprio tempo, essendo uno studente e avendo lavorato a
questa traduzione in piena sessione invernale all'Università.
Quale è il momento più
bello per un traduttore?
A mio parere, il momento più
bello è vedere l'opera completa e sapere che qualcuno la sta leggendo. La gente
apre l'eBook o il cartaceo e, sulla prima pagina, vede anche il tuo nome. Non
molti ci fanno caso, ma una volta che ci sei dentro anche tu, ti viene voglia
di farlo notare a chiunque.
Personalmente, però, la
soddisfazione più grande è stata vedere la cover italiana del libro che stavo
traducendo. È lì che mi sono detto: “Cavolo, Paolo! Lo stai facendo davvero!”
Raccontaci un aneddoto,
bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?
Non ho chissà che come
aneddoto, ho avuto un'esperienza lavorativa abbastanza semplice e tranquilla
fino ad ora.
Ho avuto un grosso
fraintendimento con un'autrice, tramite uno scambio di messaggi in cui avevo
capito che fosse anche lei omosessuale come me. Allora le scrissi: “Wow, team
LGBT here!” ma lei mi disse che aveva usato il termine sbagliato per riferirsi
alla sua migliore amica, ed io mi misi le mani in testa per la brutta figura.
Oltre a questo, mi capita
spesso di notare autori che richiamano la mia attenzione su Twitter, dicendo ai
propri lettori che vorrebbero me come traduttore. Purtroppo, essendo sommerso
da romanzi su cui lavorare, non posso fare altro che rifiutare pubblicamente,
anche se spesso mi dispiace tantissimo.
Quale consiglio daresti ad
una persona che volesse intraprendere il lavoro di
traduttore?
Comincerei col dire che non è
una strada facile e che non è tutto oro quel che luccica, a
partire dal trovare un lavoro
per poi toccare il tasto dolente dei guadagni.
Un consiglio che darei,
comunque, è quello di darsi da fare e cercare autori determinati a
spianare la loro strada anche
in Italia e all'estero. A mio parere, non c'è sensazione migliore del sapere di
aver lavorato ad un buon libro.
Quali sono i tuoi progetti
futuri?
Dopo aver ricevuto i primi
guadagni da “Oscure Discendenze”, aspetto la pubblicazione di “La Leggenda
degli Occhi Blu” e nel frattempo sto lavorando al seguito, “Diventare una
Leggenda”.
Da Maggio in poi sarò anche il traduttore di Tiffany Daune, con il suo romanzo “Ossa e Corallo”, il primo della serie Siren Chronicles che vedrà l'uscita dei due sequel nella prima metà del 2018.
Per la fine di quest'anno invece dovrei riuscire a lavorare ai prossimi volumi della serie The Shadow Bloodlines (“Legami Fatali” e “Sangue Antico”) e all'ultimo volume della serie Blue Eyes Trilogy (“Vincere la Leggenda”).
Da Maggio in poi sarò anche il traduttore di Tiffany Daune, con il suo romanzo “Ossa e Corallo”, il primo della serie Siren Chronicles che vedrà l'uscita dei due sequel nella prima metà del 2018.
Per la fine di quest'anno invece dovrei riuscire a lavorare ai prossimi volumi della serie The Shadow Bloodlines (“Legami Fatali” e “Sangue Antico”) e all'ultimo volume della serie Blue Eyes Trilogy (“Vincere la Leggenda”).
Non sapevo di essere un mutaforma, finché i cacciatori non mi hanno trovata...
Quando
la diciottenne Beth riceve un messaggio dal padre scomparso,
avvertendola di non andare a scuola quel giorno, perché mai dovrebbe
dargli ascolto? Ma quando degli sconosciuti si mostrano ad una delle sue
lezioni, dandole la caccia e in cerca della sua morte, Beth deve fare i
conti con la verità sui perché e su ciò che è realmente.
Amar
è rimasto sepolto nella pietra per secoli. Desidera la libertà, ma solo
il sangue di un mutaforma potrà renderlo libero. Dopo secoli bloccato
nella forma di un gargoyle, dubita che sia rimasto qualcuno della sua
specie. Eppure Beth lo trova, e qualcosa che va oltre la sua
responsabilità di proteggerla inizia a riempirlo. Dovrà presto scegliere
tra il dovere e l'amore.
Prima che l'ordine dei
cacciatori la catturi, Beth e Amar dovranno trovare il padre mutaforma,
affinché possano salvare le loro vite.